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Il servizio fotografico di Casa Teatro Fassa

Le ridotte dimensioni dell’abitazione, soli 75 mq, e la collocazione in un edificio a doppia corte sono state lo stimolo per una riflessione sulle modalità di articolazione dello spazio e delle relazioni interpersonali. Casa Omar è l’occasione per confrontarsi nuovamente con un contesto postindustriale e per riflettere sulle specificità e le qualità degli spazi architettonici,

La soluzione individuata ha permesso di rispondere alla richiesta della committenza di avere, pur in uno spazio ridotto, un’ampia zona giorno e un’area notte in cui gli ambienti e gli arredi possano essere modulati secondo l’inventiva di chi le abita permettendo di trasformare la casa: palcoscenico e dimora intima.

Si scardinano in tal modo le gerarchie tradizionali tra gli spazi e chi li abita, mettendo in primo piano le relazioni delle persone che condividono i momenti di quotidianità ed eccezionalità. A costituire l’intero mondo delle storie umane che si svolgono nella casa sono i frazionamenti virtuali e i coni visivi in continua mutazione che generano così insolite relazioni spaziali.

Casa Omar è stato un progetto in divenire, un gioco di stacchi, con un filo di collegamento tra ogni elemento. Elementi strutturali come pareti, nicchie e pilastri, sono stati intimamente integrati come elementi di arredo, risaltate, vedendole come occasioni per marcare la diversa destinazione d’uso degli ambienti.

Entrando in casa Omar infatti, ci si trova in un unico grande ambiente assoggettato a tutte le funzioni degli ambienti di una casa: Ingresso, salotto, cucina, studio. Ognuno con le sue

gestualità, la propria necessità di avere spazio di manovra, la propria luce, la possibilità di avere ogni cosa al suo posto e il posto per ogni cosa.




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